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A poco più di un anno di distanza dall'uscita del suo disco d'esordio (Living in a Movie, Auand 'pianoseries' AU3001) molto apprezzato anche dal mercato Giapponese, ecco il nuovo lavoro di Eugenio Macchia, trentenne pianista pugliese, dal titolo "In Between" (Auand 'pianoseries' AU3003).
Ancora in trio ma con musicisti differenti, Macchia questa volta è accompagnato dal conterraneo Dario Di Lecce al contrabbasso e dal batterista abruzzese Nicola Angelucci, dei quali dice: "Mi piace molto questo trio perché sono musicisti disposti a rischiare quando suonano".
Nel 2010, anno in cui ha ottenuto due importanti riconoscimenti come miglior pianista (Luca Flores Piano Competition di Firenze e Jimmy Woode Award), dopo un concerto di apertura al quartetto di Dave Liebman gli è stato proposto di suonare una settimana al Dizzy’s Jazz Club di New York. Proprio in quel periodo sono nate le idee e le composizioni per questo nuovo disco.
"In Between" rappresenta per Eugenio il dividersi, lo stare nel mezzo cercando equilibrio tra il suono del piano acustico e quello elettrico del Rhodes, tra gli standards e le composizioni originali, tra il sound americano e sue le radici.
Su l'utilizzo del Fender Rhodes dichiara: "Ho sempre amato il suono del Rhodes anche se ho iniziato a suonarlo solo un paio di anni fa. Lo ricordo per la prima volta, da ragazzino, su alcuni dischi come il Bill Evans Album della Columbia. Mi sono avvicinato ad esso più di recente attraverso Frank McComb, Jeff Lorber, George Duke, Joe Sample, Hancock e a cose scritte in vari territori musicali, dal funk al jazz al r&b. Mi piaceva l’idea di scrivere delle cose appositamente per Fender Rhodes, scritte in modo da esaltare le dinamiche di questo strumento. Per lo più cellule melodiche incastrate in funk beat irregolari e robe del genere. È un approccio che divide il disco in due parti, di cui l'altra dedicata al piano trio."
Sull'alternanza di standards e originali: "Mi piace scrivere del materiale originale perché è un modo importante per conoscere meglio me stesso musicalmente e per scoprire cose nuove. Scrivere musica originale risponde più o meno allo stesso bisogno che lo scrittore ha di inventare e dare vita a delle storie sue, a dei personaggi, a delle situazioni. Può essere molto interessante da un punto di vista “interiore”. Tutto ciò convive col mio grande amore per la musica popolare americana e per gli standard ai quali attingo cercando di dargli colore a modo mio. Di sicuro un’altra cosa che mi piace è quella di confrontarmi con quelli che possiamo definire nuovi standard, quelli di autori più recenti come ad esempio Hancock, Shorter o Alan Pasqua e altri musicisti moderni a cui sono legato e che mi ispirano molto".
Produced by Eugenio Macchia & Marco Valente
Executive Producer: Marco Valente
Recording: Sorriso Studios, Bari
Engineer: Tommy Cavalieri
Cover Photo: Filippo Silvestris
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